NUMERO SEI - DUFFI

NUMERO SEI - DUFFI

È stata un’estate piena di cose, mille progetti e mille lavori per ognuno, e poi anche vacanze. Duffi l’avevamo già intervistato a Giugno, quando ancora sembrava che l’estate non volesse iniziare. Ora che è praticamente finita, TUTTI LIBERI LIBERE TUTTE riparte condividendo le placide risposte alle domande che Anna aveva segnato sulle note del telefono.


Cominciamo nel più semplice dei modi, quando hai fatto la tua prima tag

Sarà stata la seconda o la terza media. Facevo le tagghine col mio nome già sui quaderni della scuola e poi una volta mi sono trovato ‘sta bomboletta colorata e di pomeriggio siamo andati in giro per il paese con dei regaz a farle, e ancora ci sono tra l’altro! Non avevo idea comunque, cioè tipo i graffiti sui treni erano inesistenti per me. Lo spunto è stato veramente solo usare lo spray! Avevo disegnato anche qualche pannellino di legno a casa dai nonni. Poi quando è iniziato il liceo invece dopo qualche mese abbiamo fatto la prima crew che si chiamava che si chiamava ESPO, è stato un periodo importante. Primi veri pezzi , bombing, lungolinea, autostrade, impari a conoscere i vari spray, i tappini, i marker. Minchia i marker, c’era davvero tanta scimmia per i pennarelli quel periodo, riempivamo gli autobus di scuola ogni giorno. Ovviamente iniziarono anche le prime faidette per strada. Ci divertivamo :) Lo stesso anno più tardi ho conosciuto i ragazzi svizzeri e lì per la prima volta ho sentito parlare di treni. Dopo poche settimane sono entrato in IVC. Qualche anno più tardi, rincasato dopo un periodo in Inghilterra sono entrato in F64. La crew era agli albori, eravamo in 4-5 ai tempi. Quelle crew sono rimaste le stesse fino ad ora!


Ieri arrivando a Roma tra i tanti pezzi scrostati c’era un F64 tuo. Mi sembri uno a cui è sempre piaciuto fare le trasferte per disegnare.
Si quando ho potuto ho sempre fatto i miei viaggettini per pittare. A Roma ci sono stato un paio di volte. La prima ho conosciuto Saor (RIP) [https://goldworld.it/wp-content/uploads/2019/08/0dca7980-0960-4ade-b9f5-a6f2e56e8f37-960x720.jpg] da Graff Dream e siamo diventati amici, poi è salito anche a trovare me.
A Bologna invece conosciuto MOT [https://www.facebook.com/share/1JrSJUqjPuEFjQVB/] e degli A2R per primo (quando ancora gli A2R non esistevano però, si parla del 2010-11 forse). Vado nel negozietto  di dischi a comprare delle Clash per fare un pezzo e il tipo del negozio mi fa “Ah, vai alla jam?”, “che jam?” gli dico io. “C’è una jam in provincia , suonano e si dipinge anche”. Ok, prendo la bici e vado. Quando arrivo mi assegnano il posto è mi trovo di fianco a un tale tutto vestito baggie e canotta usa. Abbiamo sballottato subito e siamo tutt’ora amici. Da quel momento in poi Bologna è stato un punto di riferimento. Il legame con la città si è stretto ancora di più quando Toupé e Bmor hanno fatto l’accademia lì, praticamente appena potevo scendevo a Bologna invece di stare a Milano. Si dipingeva molto, con gli A2R e con gli HFS.


Poi ho vissuto un anno in Belgio, dove dipingevo con gli LFLF : Stud,[ https://www.instagram.com/p/CEbBYJTCoqL/?igsh=YzBuZHR2N3Fxanl2 ], Plorvi [ https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs2xVNX4RGWAcFs-8eenUWJu7LInN1zpSfVrbw_uBSiTgHWMSrGolHY82rvMPlMH8uQKm78OX2VFop5_pqVjWwsEpbWzP3jtKZnDsuwauC1_o25yaCtcd5QTlVZrySsTfiIEto7xxRAWY/s400/yocharleroi-j.jpg ], Blade, Avoid, Toni, Manks [https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcS1wfx37a4Gr9QeGX4ypwUQfBIdYFQ92qjaQA&s] e compagnia bella . Era un bel gruppo, tutti assieme e belli carichi! Era il 2015-2016. Dal Belgio son tornato in Ita e ho e ho vissuto un anno con Nass a Milano. È stato quando ho conosciuto Vagina di Barcellona di cui c’è qualche pezzo nella fanza, si è piazzato sul nostro divano per un mese a cucinare uova tutti i giorni!


Hai subito l’influenza stilistica del Belgio?

Madonna, si! Coi regaz abbiamo fatto delle robe folli che qua assolutamente non si facevano. A parte che pannelli di notte ne avrò fatti tre, si pannellava quasi esclusivamente di giorno.
Mi ha sempre gasato l’antistyle, già avevo visto le robe tipo di Bamboo in un viaggio a Berlino che mi avevano fatto mettere tutto in questione, però poi arrivare in Belgio, vedere i regaz fare determinate cose, dover dipingere in 12/15 minuti con praticamente qualche cleaner che arriva nella yard erano cose che da noi in provincia non si erano mai viste, avevamo sempre disegnato un’ora e mezza senza nessun tipo di problema. Tornando in Italia avevo una modalità molto diversa di approcciare i graffiti, sia per quanto riguarda la parte stilistica che l’action in sé.



E dream location che non hai ancora visitato?

Forse est Europa per i bei pannelloni vecchi zigrinati.
Con tutti questi giri che avrai sicuramente una graffiti tale da regalarci!
Eravamo in hangar a fare una metro. Checko sotto il treno e vedo i tipi in borghese che si avvicinano tutti di soppiatto. Neanche il tempo di far cenno agli altri di andare via che questi iniziano a urlare e a inseguirci. Con gli altri si sono anche presi a mazzate, tipo strattoni e robe, io invece sono riuscito ad andar via bene. Appena abbastanza lontano ho iniziato a vomitare dalla corsa e dalla tensione. Era inverno , avevo la felpa e un K-way del cazzo, quelli stra leggeri da action o forse nemmeno quello, e non sapevo cosa fare perchè gli altri non rispondevano al telefono, ma non volevo muovermi perchè c’erano sicuramente le pattuglie in giro. Allora ho dormito nell’ascensore di un condominio fino a quando mi ha svegliato un tipo alla mattina che stava entrando. Qualche strana chiacchiera mattutina e me ne sono andato.
La tua costruzione delle lettere spesso è stramba, gli stick non sono dei rettangoli ma hanno forme più eccentriche, perchè?
È un po’ la questione dell’antistyle, cercare qualcosa di alternativo, più inusuale. Comunque ultimamente sto tornando anche a fare le robe più graffiti, robe in stile anni ’70 o ’80, tipo nella fanza il disegno ripreso dal wholecar di Blade, master style! Mi piace fare entrambe le cose.



Hai influenze non graffiti?

Si molte, mi gasano parecchie cose. Le avanguardie ovviamente, i tattoo, le robe primitive africane e sud americane. La grafica d’arte dell’est Europa spacca. I cartoni animati degli anni ’90.


A giudicare dall’andamento simile a quello del volo di una mosca che l’ha portato in giro per l’Europa negli ultimi anni a rincorrere amici e stili stranieri, non si direbbe che Duffi sia un tipo tranquillo. Invece parla con grande calma tanto da pensare che il microfono del suo telefono si sia mutato per sbaglio. Si prende tutto il tempo per ricostruire le storie o riflettere e rispondere adeguatamente alle nostre domande.
TLLT riparte dopo le vacanze, ma non ci si era mutato il microfono, stavamo solo riflettendo. Ci vediamo in giro, da qui a Natale abbiamo qualche viaggettino in programma.

 

 

Leave a comment

Please note, comments must be approved before they are published

Read more

  1. Read more: NUMERO SEI - DUFFI
    NUMERO SEI - DUFFI

    NUMERO SEI - DUFFI

    È stata un’estate piena di cose, mille progetti e mille lavori per ognuno, e poi anche vacanze. Duffi l’avevamo già intervistato a Giugno, quando ancora sembrava che l’estate non volesse iniziare. Ora che è praticamente finita, TUTTI LIBERI LIBERE TUTTE riparte condividendo le placide risposte alle domande che Anna aveva segnato sulle note del telefono.
    Read more
  2. Read more: NUMERO CINQUE - XEEVR
    NUMERO CINQUE - XEEVR

    NUMERO CINQUE - XEEVR

    Niente è per caso, se hai iniziato a dipingere c’è sicuramente una motivazione, spero solo che ci sia la giusta consapevolezza del “perché”, alla fine che senso ha fare una cosa senza saperne il motivo?
    Read more
  3. Read more: NUMERO QUATTRO - HOOD14
    NUMERO QUATTRO - HOOD14

    NUMERO QUATTRO - HOOD14

    Io, Sasha e Anna ci becchiamo in Porta Venezia, a Milano, dove Hood14 ci ha dato appuntamento. Ci accoglie coi vestiti tutti macchiati, ma non dagli spray: sta colorando con un pennarello le fughe di un pavimento perché l’operaio che ha posato le piastrelle ha sbagliato il colore dello stucco. Si mette la maglia da calcio di Usual per lo shooting e poi ci sediamo in uno di quei bar che vende vini naturali perché l’altro, meno hipster, è chiuso.
    Read more