NUMERO DUE - ENRG

NUMERO DUE - ENRG

Da writer che non pubblica su Instagram, non è troppo abituato ad esporsi. Non era molto convinto all’inizio e dietro il passamontagna arancione sembrava più interessato a caricare correttamente il suo bong. Comunque, rassicurato che non avrebbe dovuto esprimere teorie cosmologiche come un oracolo in estasi, dal passamontagna impassibile si è liberata una risatina:

E allora parliamo di graffiti! Ma quindi non vi siete preparati delle domande?

Ma va zio siamo degli scappati, però già se mi dici il tuo writer preferito potrebbe essere una cosa interessante!

Porco due, non ce l’ho! Ne ho un po’ che mi piacciono ma ho sempre avuto sta roba che non devi avere un writer preferito se no ti senti influenzato. È come quelli che giocano a pallone: Maradona è Maradona, non ce n’è un altro meglio, invece nei graffiti non è così, le cose cambiano col tempo.

Comunque sicuramente c’è stata la scuola francese degli anni 2000/2010, che ha prima determinato un po’ il nostro immaginario, prima con le crew più storiche e poi con le crew più moderne che l’hanno stravolto.

Sono attratto dal cambiamento e dall’evoluzione di ciò che mantiene un filo conduttore. Anche la scuola berlinese avendo ancora oggi un carattere forte ha sempre suscitato molto interesse nelle mie ricerche. Non faccio nomi di writer perché non sono infame hahaha scherzo, perchè è giusto che ognuno si cerchi le cose, che sia colpito da quello che lo colpisce, senza condizionare il gusto di nessuno dicendogli io cosa guardare.

E poi questa cosa degli idoli e degli eroi… dipende tutto dalla partita, dal playground, dal livello che hai e dalle mosse che conosci, dal mood di una persona quel giorno, per me non ci sono assolutismi. Poi per ogni torneo c’è la sfida finale tipo Dragon Ball Final Bout!

Ci sono tanti writers fortissimi che non si vedono spesso, e allora “eh ma pitta poco”. Pitta poco per quello che la gente generalmente reputa pittare, ovvero quello di cui si parla o che si vede online: la solita challenge al numero di treni dipinti, ai sistemi collezionati, ai modelli pittati, alla fine per me è un po’ una puttanata.

Quello che fa un writer oltre a questo forse, in verità, vale anche di più. Ci sono americani che i treni non li dipingono proprio, eppure sono uno più forte dell’altro!

A me non è mai fregato della challenge, la parte più divertente di quella roba è uscire con i miei amici e sparare cazzate all’andata e al ritorno, ci vado più per loro, in yard trovo che sia bene o male sempre la stessa routine, anche cambiando posti, è tutto un susseguirsi di roba, checki sempre le stesse cose e io sono una persona che odia le abitudini, ritrovarmi sempre nelle solite situazioni, dove immagino già tutto quello che succederà.

Trovo la street più stimolante, anche due throw up la stessa sera sono due posti diversi, quindi due situazioni diverse, palazzi, strade, stati d’animo, carburanti diversi ahahah. E poi ti ribecchi le cose! Hai tempo di riguardarle, di capire come potevi fare meglio, di rivederli e notare qualcosa di nuovo che può sbloccare un’idea. Vedere i graffiti dal vivo è proprio un’altra cosa rispetto a vederli in foto.

Quando fai tanti pannelli diventa quasi una routine andare in stazione e aspettare per fare la foto, il disegno dal vivo quasi non lo guardi neanche per questione di tempo, più stai li e più scatti per scegliere poi la foto migliore e quando vorrai rivederlo dopo tempo avrai solo la foto, che comunque perde tanti dettagli. Nella maggior parte dei casi, ovviamente.

Poi la street ti porta a dipingere in un altro modo. Se pitti sempre il treno ci sono sempre le stesse proporzioni, invece se ad esempio devi fare una serranda una volta è bassa e larga e una volta è stretta e lunga, devi cambiare le robe che fai, è più stimolante, e genuino forse… non è che puoi portarti la bozzetta perché sai già esattamente cosa dipingerai.

Per quello mi diverto a fare le tag, è una roba di un attimo, non ci devi pensare, in base allo spot che hai fai una tag come ti viene, non mi piace averle preimpostate. Se escono tutte belle hai fatto un buon lavoro!


Anche gli strumenti fanno tanto, saperli usare un po’ tutti. Per le tag il mio preferito è il mop, anche più degli spray. Quelle colature …. uscirei apposta per usarli, anzi, in verità lo faccio ahahah però con gli inchiostri giusti, non quello che han dentro gli originali perché fanno delle macchie e basta!

Quando hai iniziato a spingere forte con le tag?

Quando c’è stato il Covid ho sbarellato. Mi annoiavo molto, in giro non c’era un cazzo da fare. Prima avevo diminuito perché non mi stavo divertendo molto, mi uscivano un po’ tutte uguali, non ero stimolato e non avevo idee nuove, così ho iniziato a destrutturare quello che avevo, allargandole, abbassando il baricentro, quella roba mi ha un po' svoltato.



Poi le ho fatte col baricentro alto, poi verticali. Devo sempre cambiarle perché se esco e faccio cinque tag uguali, giusto per farle, mi rompo il cazzo. La parte divertente è la roulette, non voglio sapere già come usciranno! Quando esce la tag giusta, nello spot giusto con lo strumento giusto è il trio della morte, lì sono soddisfatto! Ho fatto un video per Grog l’anno scorso, ad esempio ora le farei tutte diverse, potrei farne un altro ahahah

C’è un commento su quel video che chiede: Serious question, perché utilizzate i peggiori writer per questi video? Ahahah

Eh vabbè, zio, io ce la metto tutta, dico che almeno non mi annoio e quando uno vede una roba spero che sia sempre nuova, non una cosa che ha già visto tante volte. E la riconoscibilità c’è lo stesso!

Bozzi con Paint vero? Quando hai quittato la carta?

Si, l’ho sempre fatto, anche da pischello perché Trash dei PSC faceva dei disegni incredibili e tutti volevamo essere capaci. Li facevamo con il tiralinee, venivano tutti rigidi, andavano bene per quel periodo.

Invece adesso ho ripreso a farlo perché quando sono al lavoro se disegno sulla carta si vede che sto cazzeggiando, allora ho rispolverato questo trick: tengo aperta la pagina come se avessi un foglio affianco e ovviamente disegno col mouse hahaha

La differenza grossa con la carta è la lentezza, quando scrivo a mano lo faccio molto velocemente per mantenere l’istinto e la gestualità, che poi rendono riconoscibile la tua roba. L’accuratezza che devo avere col mouse, invece, mi dà il tempo di calcolare, di pensarci di più e dunque di cambiare le forme, di assimilarle per quando le rifaccio a mano.

È strano che usi una cosa digitale per rallentarti, mentre per tutto il mondo è il contrario, usano tutti quella roba tutti schizzati!
Si, abbastanza hahaha

Un’altra cosa divertente di Paint è la distorsione, tu fai una bozza e poi puoi allungarla, allargarla, la tiri e la molli e poi assimili quelle forme nuove con le nuove spaziature che si formano e via dicendo.

A me piace molto bilanciare sui pieni e i vuoti: se un pezzo mi sembra troppo fitto magari lo stretcho e già cambia tutto, si bilancia.

Le tag invece no, sono già tutte storte di loro ahahah però con i throw up ci gioco molto ed è una figata! Perché è sempre uguale, ha sempre la stessa forma e proporzioni e invece se lo stretchi è sempre il tuo stesso throw up ma cambia!
Com’è iniziata coi tuoi primi amici?
Vedevamo sempre i pannelli rollare in paese, io già in terza media facevo qualcosa. Presto stufi dei pochi graffiti in provincia abbiamo iniziato ad andare a Milano. All’epoca partivamo in treno col telefono che teneva 32 foto e facevamo quelle foto a 32 cose che ci piacevano e poi ci studiavamo sopra. Non come ora che basta aprire Instagram e scrivere #graffito ed esce una valanga di roba piena di like da copiare, pure se fa schifo.

In prima superiore abbiamo conosciuto Trash una mattina: abbiamo attaccato uno sticker sulla fermata del pullman, sugli orari proprio, lui è venuto li e ci fa “oh va che tra mezz’ora te lo tolgono, è attaccato sopra gli orari”! Coi miei amici avevamo iniziato fortissimo in provincia, ma non è il giusto modo per interpretarla. Non puoi vomitare roba ovunque come devi fare nelle grandi città per farti notare, hai meno occasioni per dipingere e quelle occasioni le vuoi sfruttare bene, devi fare poche cose fighe. Non può essere tutto sfondato, i graffiti non devono dare troppo fastidio, sennò buffano, rompono i coglioni, fanno le indagini. Non vale la pena fare lo sfascio totale!
Perché mettere tanto impegno in questa roba? Qual è l’obiettivo?
Divertirmi. E Per divertirmi devo farlo bene, è come andare a sciare: non è che c’è un obiettivo, vuoi farlo bene perché ti diverti, se scii tutto a minchia, ti stanchi, ti rompi i coglioni, non hai nessuna gratificazione con te stesso e dici “che scarso, non ci vado più”. La challenge è con me! E poi almeno c’è questa alternativa per evitare di tirarsi sempre male, per stare con i miei amici, in qualche modo un’alternativa sana, graffiti saved my life ahahahah
Quindi cosa trova chi sfoglia la tua zine?
Trova un po' il mio codice che cerco di rispettare, provare ad evolvere delle robe fresche, sulla base delle robe già inventate ormai da molti anni, ma comunque mantenendo la propria riconoscibilità.

Ci sono anche due screenshot di Google maps che uso spesso sia per checkare gli spot sia per riguardare i graffiti, soprattutto in autostrada perché puntualmente quando provi a fargli le foto in quell’esatto momento passa il camion ahahahah

 

La conversazione si interrompe perché Sasha deve andare via. Stoppa la registrazione dopo quasi un’ora, ma di sicuro sarebbe potuta andare avanti tranquillamente, come già sapevamo tutti, nonostante l’esitazione iniziale di Enrg. Ci sono tanti pensieri e nomi che abbiamo preferito non riportare, al contrario di tutte le risate autentiche che rappresentano loquacemente il suo approccio ai graffiti. Lontano dagli obbiettivi e dal voyeurismo di Instagram, il suo writing sta tutto nell’energia che scorre nel braccio che traccia quelle lettere potentissime.

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